L’holter cardiaco, conosciuto anche come ECG holter in onore del suo ideatore – il fisico N.J Holter, è un importante esame diagnostico pensato per registrare tutti i battiti del cuore e individuarne eventuali aritmie.
Sfruttando uno specifico strumento a batteria di piccole dimensioni chiamato “elettrocardiografo portatile” collegato al paziente mediante degli elettrodi, è possibile monitorare l’attività elettrica del cuore per un periodo di tempo che va dalle 24 ore consecutive fino ad una settimana, in modo indolore e senza controindicazioni.
Quando è consigliato sottoporsi all’esame
Si rende necessario effettuare un esame dell’holter cardiaco in presenza di aritmie discontinue e a comparsa sporadica, cioè alterazioni del ritmo cardiaco che possono verificarsi in modo non regolare e che non sono individuate quindi da un classico ECG a riposo o sotto sforzo.
Oltre a questo utilizzo, i cardiologi posso ricorrere a questo esame allo scopo di valutare altre situazioni, tra cui:
- il corretto funzionamento di dispositivi impiantati come il pacemaker;
- il monitoraggio dei parametri cardiaci che possono essere influenzati da un trattamento farmacologico;
- il quadro di salute di soggetti a rischio (sportivi, fumatori e utenti di farmaci ad uso non medico) in previsione di terapie o interventi chirurgici impegnativi.
Cosa non fare durante l’esame con holter cardiaco
Dal momento che si tratta di un esame non invasivo e che non arreca disagi, non ci sono particolari controindicazioni. Tuttavia, per un valido ed efficace monitoraggio del battito cardiaco è indispensabile seguire alcune linee guida:
- non fare entrare in contatto gli elettrodi con l’acqua;
- evitare di esporsi a campi magnetici, che possono creare interferenze alla registrazione;
- non applicare creme nella zona dove saranno posizionati gli elettrodi per evitare che non aderiscano correttamente.