La Risonanza Magnetica Articolare, abbreviata in RMN, è una tecnica diagnostica che sfrutta un campo magnetico ad elevata intensità per lo studio delle articolazioni.
La RMN è del tutto innocua poiché non impiega radiazioni ionizzanti ed è quindi ripetibile nel tempo; sono riconosciute però delle interferenze con le protesi metalliche e con il pacemaker.
Campi di applicazione della RMN
La Risonanza Magnetica Articolare viene utilizzata per lo studio approfondito di: gomito, spalla, polso, mano, ginocchio, caviglia e piede. Essa consente di ottenere immagini molto precise e dettagliate della componente ossea, cartilaginea, legamentosa e muscolare delle articolazioni e fornisce informazioni sulle patologie di origine traumatica, infiammatoria e degenerativa delle stesse.
Viene, ad esempio, utilizzata per effettuare l’esame del ginocchio, individuando sia gli elementi scheletrici (condili femorali, estremità superiore della tibia, rotula) che i componenti fibrocartilaginei quali i due menischi, nonché i legamenti collaterali e crociati.
Come funziona la Risonanza Magnetica Articolare
Il campo magnetico provoca temporanee variazioni della disposizione degli atomi dell’area esaminata; i segnali elettromagnetici emessi dagli atomi vengono captati da apposite apparecchiature e opportunamente elaborati.
Atomi di diversa natura emettono segnali diversi; analizzando durante questa fase transitoria i segnali emessi dai diversi atomi, la Risonanza Magnetica è in grado di riprodurre una mappa tridimensionale degli elementi anatomici esaminati.
L’apparecchiatura consente il massimo comfort per il paziente che viene posizionato all’esterno del magnete ed ha eliminato ogni sensazione claustrofobica di solito associata agli esami di RMN ad alto campo.
A che cosa serve la Risonanza Magnetica Articolare
Si ricorre alla RMN in prima istanza in caso di distorsioni articolari per individuare con precisione il tipo di lesione ed avviare una corretta terapia; anche in caso di infiammazioni serve ad effettuare una prima diagnosi ed in seguito ad individuare eventuali riacutizzazioni.
In ambito sportivo è utilizzata con frequenza nei casi di traumi dovuti ad eccessivo sovraccarico di tendini e ossa.
L’esame di Risonanza Magnetica e altresì indicato per diagnosticare eventuali complicanze qualora, in seguito a riabilitazione post traumatica o chirurgica, la risposta articolare non sia soddisfacente.
Grazie alla sua accuratezza, la RMN può essere utilizzata per evidenziare problematiche difficilmente individuabili con RX o ecografie, soprattutto se si tratta di tessuti situati in profondità.
Infine, in particolari casi, può essere iniettato nelle articolazioni un mezzo di contrasto per potenziare le proprietà diagnostiche.
Come si esegue
L’esecuzione della Risonanza Magnetica Articolare non richiede l’osservanza del digiuno.
Prima di sottoporsi all’esame è necessario liberarsi di ogni oggetto metallico (orecchini, piercing, anelli, orologi, ecc.) ed anche di lenti a contatto ed apparecchi acustici. Dopo aver indossato un apposito camice, il paziente viene invitato ad accomodarsi su di un lettino che l’operatore posizionerà, tramite un comando elettronico, in modo che l’articolazione venga a trovarsi tra i poli del magnete.
È indispensabile che il paziente rimanga il più fermo possibile per non compromettere l’esito dell’esame, la cui durata varia da 20 a 30 minuti. In questi momenti è probabile avvertire anche una leggera sensazione di riscaldamento o di pulsazione della zona interessata ma, in questo caso, non è necessario preoccuparsi: è del tutto normale.